martedì 11 febbraio 2014

In uscita: "L'estate del coniglio nero"

Uscirà il prossimo 18 febbraio il nuovo libro della collana Freeway di Piemme. Il romanzo in questione è "L'estate del coniglio nero", un thriller che ha per protagonisti un gruppo di adolescenti, scritto dall'inglese Kevin Brooks.

L'estate del coniglio nero
Kevin Brooks
Titolo originale: Black Rabbit Summer
Pagine: 420
Casa Editrice: Piemme
Collana: Freeway
Prezzo: € 15,00

Data di pubblicazione: 18 febbraio 2014

Trama
È un’estate torrida e Pete ha già passato diverse settimane senza fare altro che ciondolare per casa… fino a quando squilla il telefono e la sua vita cambia per sempre. È Nicole, gli chiede di vedersi. Presto si separeranno, ognuno per la propria strada, e pensa sarebbe carino incontrarsi per l’ultima volta con il gruppo dei vecchi amici, solo loro quattro: Pete, Nicole, Eric e Pauly. Pete le chiede di Raymond, anche lui è un vecchio amico, fa parte del gruppo. Raymond è un tipo strano, che sembra vivere in un mondo tutto, ma Pete gli è molto legato. Quando i cinque si ritrovano al luna park, però, succedono cose strane. Raymond scompare misteriosamente. E anche Stella Ross, una ragazza del loro liceo diventata famosa, sparisce. Tutti pensano che i due eventi siano collegati, ma Pete vuole dimostrare a tutti i costi che si sbagliano.

Io scrivo semplicemente storie e cerco di rappresentare il mondo con il massimo realismo consentito all'interno di un contesto d'invenzione. Io scrivo della vita, e la vita è fatta di ogni genere di cose: buone, cattive, allegre, tristi. Io semplicemente descrivo le cose per come sono e sta ai lettori cogliere in esse quel che vogliono.
Potete leggere l'intervista completa di "La Repubblica" qui

L'autore
Kevin Brooks, inglese, è nato e cresciuto e Exeter. Terminata la scuola si è trasferito a Londra per cercare di diventare una rock star. Dopo aver lavorato in uno zoo, un crematorio e un ufficio postale, ha cominciato a fare quello che gli riusciva meglio: scrivere libri per adolescenti. Attualmente vive nello Yorkshire ed è un acclamato autore di libri YA.

Questo è il secondo libro libro dell'autore che viene pubblicato in Italia, il primo è stato "Una canzone per Candy", edito nel 2010 da Sonda. "L'estate del coniglio nero" è stato pubblicato in Inghilterra nel 2008, con il titolo "Black Rabbit Summer" da Chicken House.

Questo libro è un sacco di cose – un ritratto della confusione esistenziale dei teenager, una riflessione su come può cambiare la natura di un’amicizia quando si cresce, un’inquietante rappresentazione della comune paura adolescenziale di essere sull'orlo della psicosi – ma soprattutto un tesissimo, allucinato, meraviglioso thriller.
Potete leggere l'intervista completa di "The Guardian" qui

sabato 8 febbraio 2014

Recensione: "Uno studio in rosso", Sir Arthur Conan Doyle

Uno studio in rosso
Sir Arthur Conan Doyle
Titolo originale: A study in scarlett
Pagine: 140
Casa Editrice: Mondadori
Collana: Oscar scrittori moderni
Prezzo: € 8,50 

Trama
Dopo l'incontro e la presentazione dei due personaggi, Sherlock Holmes e il Dottor Watson saranno chiamati a far luce su un misterioso omicidio, che rappresenta la prima di una lunga serie di indagini che li vedrà protagonisti. Nasce con questo primo romanzo uno dei personaggi più famosi della letteratura di tutti i tempi.

Autore
Sir Arthur Conan Doyle nato a Edimburgo nel 1859 grazie alle avventure di Sherlock Holmes è considerato i padre del genere giallo deduttivo, sebbene la sua produzione letteraria comprenda anche il romanzo d'avventura, la fantascienza, il soprannaturale e i temi storici. Il ciclo di Sherlock Holmes comprende quattro romanzi, cinquantanove racconti e tre commedie teatrali.



Recensione
Nel 1887 viene pubblicato per la prima volta "Uno studio in rosso", che segnerà la nascita del detective più famoso di tutti i tempi e che, ancora oggi, ispira molti personaggi cartacei e televisivi. Con questo romanzo inizia il ciclo di avventure di Sherlock Holmes, detective investigativo che fa da consulente alla polizia di Scotland Yard, e del fidato Dottor Watson, medico militare e coinquilino dell'investigatore, nonché narratore delle avventure che li vedono protagonisti.
"La sua ignoranza era impressionante almeno quanto la sua cultura."
In questo primo lavoro l'autore inizia a delineare il personaggio di Holmes che andrà poi a consolidarsi negli scritti successivi. E' proprio il Dottor Watson che delinea un profilo delle conoscenze dell'investigatore, sottolineando come Holmes sia totalmente ignorante in ambiti quali letteratura, filosofia e astronomia. Al contrario, si contraddistingue per una conoscenza profonda della chimica e dell'anatomia, sebbene egli non sia un medico. Holmes, attraverso la scienza della deduzione, riesce a vedere cose a cui altri non fanno caso, dei dettagli indispensabili per riuscire a risolvere casi intricati. Alto, asciutto, schivo, suona il violino e non è particolarmente incline ai rapporti umani. Così viene descritto l'investigatore di Baker Street.
A fare da contraltare a un personaggio così enigmatico troviamo il Dottor John Watson, medico militare rientrato dalla guerra in Afghanistan che, un po' per caso, si ritrova a essere il nuovo coinquilino del signor Holmes. Il personaggio di Watson ha una funzione molto importante in ambito narrativo, non è soltanto l'alter ego dell'autore (anche Conan Doyle era un medico), ma diventa il personaggio in cui il lettore può identificarsi.

Attraverso una narrazione in prima persona, Watson redige un resoconto degli eventi così come sono avvenuti, meravigliandosi lui stesso delle capacità deduttive dell'investigatore. Se per il lettore potrebbe risultare difficile riuscire a comprendere come Holmes riesca a risolvere un crimine da un'impronta e un po' di cenere, Watson spiega per filo e per segno quanto osserva, e sarà successivamente lo stesso investigatore a illustrare che cosa è riuscito a dedurre dagli indizi. Ciò che risulta strano è che, dopo la spiegazione dello stesso Holmes, le sue deduzioni sembrano scontate. "Ehi, come ho fatto a non arrivarci anch'io? Era tutto lì sotto i miei occhi!". Oh sì, questo è quello che penserete quando arriverete alla conclusione dell'investigazione.
"Eccoci pervenuti alla fine di questo piccolo mistero. Rivolgetemi pure tutte le domande che volete, e non temete che non vi risponda molto volentieri."
(Sherlock Holmes)

In questo primo romanzo, Holmes e Watson si trovano a indagare su una misteriosa morte avvenuta a Brixton Road, dando una mano a Lestrade e Gregson, i due investigatori di Scotland Yard. Un'investigazione che li porterà più lontano di quanto appare a un primo momento.
Immancabile lettura per gli appassionati del genere giallo che, leggendo i romanzi e i racconti di Conan Doyle, vivranno le avventure di un investigatore ormai iconico, imparando che nulla è come appare. Con attenzione e ingegno impareranno anche loro a notare il dettaglio più nascosto e a esclamare davanti ad amici e parenti "Elementare!", almeno nelle partite a Cluedo.
"Il mio sconcerto raggiunse, comunque, il culmine quando mi capitò incidentalmente di scoprirlo del tutto all'oscuro del sistema solare. Che un essere civile, vivente nel nostro XIX secolo, ignorasse che la Terra gira intorno al Sole mi parve un'enormità talmente incredibile che stentavo veramente a crederlo. [...]
- Ma il sistema solare! - protestai.
- Cosa volete che me ne importi? - replicò lui, spazientito. - Dite che giriamo intorno al Sole. Se girassimo intorno alla Luna, non farebbe la minima differenza per me e per il mio lavoro."

(Dottor Watson)
Con la fine dei diritti d'autore, Sherlock Holmes è ormai diventato di dominio pubblico e questo ha fatto sì che altri autori scrivessero romanzi e racconti prendendo spunto dall'investigatore di Baker Street o facendolo addirittura diventare protagonista dei propri lavori. Il personaggio del detective Holmes ha inoltre dato vita non solo a molti film basati sulle sue avventure, ma anche serie televisive che si basano su una reinterpretazione del suo personaggio, ad esempio la serie tv della BBC "Sherlock" o quella della CBS "Elementary".

giovedì 6 febbraio 2014

Vecchie conoscenze e ritorni

E' passato tanto, troppo tempo dall'ultima volta che ho scritto qui sul blog. In questi mesi, purtroppo, ho letto davvero molto poco, praticamente nulla. Le ultime letture fatte non erano state un granché e quindi mi era passata la voglia di leggere. Allo stesso modo non avevo niente di interessante da scrivere. Questa è la causa della mia assenza qui sul blog e su blogger in generale.
Non penso che il mio "ritorno" comporti chissà cosa, ora ho di nuovo voglia di leggere e condividere con voi i miei pensieri e le mie opinioni. Ho in previsione una "ristrutturazione" del layout del blog, ma niente di eccezionale (non sono in grado di realizzare qualcosa in campo grafico) e poi riorganizzare un po' l'andamento del blog in generale.

Sperando che ci sia ancora qualcuno che abbia voglia di leggere e commentare, io riprendo a scrivere.

venerdì 14 giugno 2013

Sulla sessione estiva e chi sta peggio

E' da qualche giorno che sto pensando cosa scrivere qui nel blog, visto che è un po' di tempo che non pubblico niente. Avevo pensato di ragguagliarvi sulle mie ultime riletture o magari tornare scrivendo una recensione. Ho deciso invece di iniziare con un tema caro a molti in questo periodo: la sessione estiva.
In piena sessione estiva, mi sembra giusto scrivere un post a riguardo. E' un tema molto in voga soprattutto perché parlandone ci si sostiene a vicenda, condividendo (poche) gioie e (molti) dolori di questo periodo.
Dopo che è passato maggio (studente fatti coraggio), se per la maggior parte degli studenti giugno è sinonimo di vacanze, per gli universitari è sinonimo di sessione estiva, che il più delle volte si sa quando inizia ma non si sa bene quando finisce. Innanzitutto vorrei esprimere la mia solidarietà per i poveretti che hanno lezione anche tutto giugno. Mi dispiace.
Fortunatamente, io finisco le lezioni a maggio e dai primi di giugno si inizia a studiare seriamente. Sebbene i propositi di inizio semestre prevedevano di dare tutti gli esami al primo appello, finendo così il 20 giugno, ovviamente ciò non sarà così. Io studio sotto pressione, quando c'è poco tempo, altrimenti io di tempo ne perdo sempre un sacco. Così il traguardo si è spostato al 12 luglio: esame di antropologia culturale. Sebbene non mi interessi molto sapere perché gli Hutu e i Tutsi si facciano la guerra o perché se donassi un bracciale di conchiglie rosse sconvolgerei le vite a quelli che commerciano collane di conchiglie bianche nelle Isole Trobriand, mi tocca farlo.
Nonostante tutto ciò, non affronto la sessione in maniera troppo negativa, perché penso a chi sta peggio.
C'è chi ha la maturità.

Suvvia, diciamolo, la maturità è molto peggio della sessione estiva. Un giorno prima prova, quello dopo la seconda, pausa, terza prova. La terza prova è inutile che me la chiamano il "quizzone". Quattro materie e dieci risposte aperte con limite di righe non mi sembra un quiz.
Mentre si svolge il tema estraggono la lettera e così, solo per il tempo necessario, la mente si stacca dal flusso di pensieri che cercava di mettere insieme un discorso logico. Così, dopo aver contato (due volte per essere sicuri), appurato che si è il 4 luglio, si torna a scrivere. Finito il tema si tira un mezzo sospiro di sollievo, alla fine il problema è la seconda prova: matematica. Sono questi i momenti in cui mi sono chiesta perché ho fatto lo scientifico con il potenziamento di matematica, visto che la prova è più difficile rispetto al tradizionale. Ma non si può tornare indietro! E allora si passa un pomeriggio di ripasso matto e disperatissimo da far invidia a Leopardi, anche se i giochi ormai sono fatti. Anche la seconda prova è andata. Male. Ma non ci si può abbattere, cosa c'è di meglio che fare un mega ripasso per la terza prova? Terza prova, quattro materie al buio. Si pensava a filosofia, c'è storia. Arte e il futurismo. Fisica, santo cielo! E inglese, il punto fermo. Passati gli scritti, manca l'orale.


Grazie al cielo la presentazione funziona, 13 minuti e mezzo per la tesina, i filmati non vanno in crash e tutto sembra andare per il meglio. Durante il ripasso è un alternarsi tra fisica e scienze, terremoti ed elettroni. Il tutto ripetuto a squarciagola, come al solito, così si erudiscono anche tutti i vicini di casa. E alla fine arriva anche il giorno dell'orale.
Dopo la presentazione della tesina, andata liscia come l'olio, è il momento della verità. Ovviamente parto dalle materie umanistiche e dopo un'ottima domanda che collega italiano e latino, mi spiazza il prof. di filosofia (fortunatamente interno!) sull'arte per Schopenhauer. Io speravo Kierkegaard: uomo estetico e uomo etico, cosa potrebbe esserci di meglio? E poi Coleridge e Kubla Khan, Joyce e Eveline, per finire con "Marcella" di Kirchner prima di passare alla parte scientifica. Paura, momenti di terrore: nonostante la classificazione dei minerali sia stata spiegata ad ottobre, io non l'ho mai imparata. Non perché sono un'amante del pericolo, ma perché non mi è mai rimasta in testa. Passata scienze rimangono fisica e matematica, correzione della terza prova e calcolo combinatorio.
Saluti e baci, meno di quaranta minuti e tutto è finito. La mia maturità si è conclusa.

Dopo due anni ricordo la maturità come se l'avessi fatta ieri. Non c'è nessun esame universitario che mi ricordi come ricordo il periodo della maturità. In quattro giorni ti giochi cinque anni di lavoro, ecco perché mi ricordo addirittura le domande dell'orale di maturità. E' la fine, la casella prima del traguardo, dove al posto di "arrivo" c'è scritto "diploma".
Per questo la mia solidarietà va tutta ai maturandi, secondo me nessuna sessione può battere la maturità.
Per la cronaca, in scienze mi hanno chiesto i moti millenari della Terra, pensare positivo aiuta.

In bocca al lupo a tutti i maturandi, in particolare a Michele! :)

martedì 7 maggio 2013

Resoconto: FEFF, letture, varie

Ebbene, eccomi tornata!
Mi sono presa un attimo di pausa, diciamo così.

Il simpaticissimo Lee Won-Suk
Andare al Far East Film Festival è stata un'esperienza davvero bellissima. Quattro giorni non-stop dentro un cinema quando mi ricapita? Con 19 film completi, mezz'ora del musical filippino e la premiazione, la mia prima esperienza a un festival cinematografico è stata più che soddisfacente! Io e il cinema orientale, inoltre, non ci eravamo mai incontrati prima, quindi era davvero tutto nuovo. Alcuni film che ho visto erano veramente belli, come i drammatici "See you tomorrow, everyone" di Yoshihiro Nakamura e "Feng Shui" di Jing Wang, la commedia "How to use guys with secret tips" di Lee Won-Suk (che ha vinto il Gelso d'oro del Festival) e il thriller "Countdown" di Nattawut Poonpiriya. Non sono mancate delle cantonate come "Girls for keeps" di Yoshihiro Fukagawa (secondo me il peggiore tra quelli che ho visto). E' stato interessante vedere gli stili cinematografici di diversi Paesi e capire come i filippini non è che siano proprio tagliati per far i film, ecco. Non posso non citarvi l'esilarante horror "Tiktik: The aswang chronicles", se avete un'ora e mezza da buttar via guardatelo. Vampiri-lupi mannari che vogliono mangiare feti umani e bambini appena nati, effetti speciali da PS1, aglio dappertutto, recitazione top e mitragliatori non usati. Un gioiello!

Il Festival, essendo di nicchia, era molto vivibile, siamo riusciti a vedere tutti i film che volevamo trovando sempre dei buoni posti, cosa che spesso non capita nei festival maggiori e più importanti. Sicuramente mi piacerebbe tornare il prossimo anno e intanto guardare altri film orientali.

Divagando e raccontandovi un po' dei fatti miei, sto leggendo "Il trono di spade" e mi sta piacendo tantissimo! Ora capisco perché tutti ne parlano e ne sono appassionati! Devo capire quando posso iniziare a guardare la serie tv. Per la mia fissa del "prima il libro, poi il film" mi sto tenendo alla larga da tutto ciò che parla della serie e della saga per evitare spoiler.
Sempre sul fronte serie tv, è terminata la prima stagione di "The Following". Devo dire che ho trovato la season finale un po' esagerata. Se qualcuno di voi l'ha vista, che ne pensa?

Per ora è tutto, al prossimo aggiornamento :)

mercoledì 24 aprile 2013

Sayonara! - Far East Film Festival


Buongiorno a tutti, cari lettori!
Questo breve post è solo per farvi sapere che da oggi a domenica sarò a Udine al Far East Film Festival, un festival cinematografico giunto alla sua quindicesima edizione dedicato al cinema orientale.
Io non conosco assolutamente nulla di questo cinema e quindi non vedo l'ora di scoprire qualcosa in più!

Ho finito di leggere "Vernice fresca", che mi ha lasciato molto soddisfatta, e domani in treno inizierò "Il trono di spade" di Martin.
A domenica! :)

domenica 21 aprile 2013

Wish List #36


Buonasera! Il libro di oggi è un titolo che mi incuriosiva già da qualche tempo. L'ho trovato più volte tra i blog che frequento e ne ho sentito parlare bene in giro, ma per me è sempre rimasto un titolo sconosciuto. Finalmente oggi ho letto la trama e non ho potuto fare a meno di rimanerne affascinata. Se qualcuno di voi l'ha già letto, cosa ne pensate? :)

"Follia", Patrick McGrath
Una grande storia di amore e morte e della perversione dell'occhio clinico che la osserva. Dall'interno di un tetro manicomio criminale vittoriano uno psichiatra comincia a esporre il caso clinico più perturbante della sua carriera: la passione tra Stella Raphael, moglie di un altro psichiatra, e Edgar Stark, artista detenuto per uxoricidio. Alla fine del libro ci si troverà a decidere se la "follia" che percorre il libro è solo nell'amour fou vissuto dai protagonisti o anche nell'occhio clinico che ce lo racconta.
Qualche nuova entrata nella vostra WL? :)