Ringrazio moltissimo l'autore, Giorgio Marconi, per avermi dato la possibilità di leggere e recensire il suo romanzo. Ecco a voi la recensione, buona lettura!
Il precario equilibrio della vita
Giorgio Marconi
Pagine: 111
Casa Editrice: Montag
Prezzo: € 18,00
Trama:
Giulio Matreschi, pittore, ricoverato in una casa di riposo, racconta la sua vita a Goffredo, impiegato delle poste che va a trovarlo per consegnargli una lettera giunta a destinazione con un ritardo di cinquant'anni. È la lettera di Clara, l'unica donna che il pittore abbia mai amato e che, se ricevuta nel 1939, avrebbe potuto cambiare la sua vita. Alla vicenda si intreccia la simpatia che nasce tra Goffredo e Yvonne, infermiera della casa di riposo. Le storie dei tre protagonisti si legano nella cognizione che l'Amore non è mai sprecato, ma trova il modo di esprimersi anche a distanza di decenni. Amore che riesce finalmente ad abbracciare le loro esistenze, in bilico e sempre alla ricerca di un equilibrio pur nella consapevolezza della sua inconfutabile precarietà.
Autore
Giorgio Marconi è nato a Roma, dove vive. Ha vinto diversi premi letterari e alcuni dei suoi racconti sono stati inseriti in raccolte insieme a quelli di altri scrittori. Nel 2006 ha pubblicato la raccolta di racconti: “D’odio, d’amore e d’altro ancora” (ed. I fiori di campo). A Febbraio 2012 è stato pubblicato il suo primo romanzo: “Il precario equilibrio della vita” (Edizioni Montag), finalista ai concorsi: Le Fenici 2011 e Nicola Calabria Editore 2011.
Sul blog dedicato al libro, avete la possibilità di leggere in pdf i primi quattro capitoli del romanzo (clicca qui).
Recensione
E se tutta la tua vita dipendesse da una lettera? Una lettera che non è mai stata recapitata, che avrebbe potuto cambiare il corso di una vita? Questo è quello che accade a Giulio che, ormai novantottenne, si vede recapitare da Goffredo, un funzionario delle poste, una lettera datata 1939. Mittente: Clara, il grande amore della sua vita.
È così che inizia questa delicata storia di una vita, raccontata da un uomo quasi centenario, che in un pomeriggio narra la sua esistenza ricca di esperienze. Giulio Matreschi è un pittore che si è ritirato in una casa di riposo per ex-artisti e l’incontro con Goffredo è l’ultima cosa che potrebbe aspettarsi. Giulio inizia a raccontare la sua storia ad un Goffredo sempre più attento e silenzioso, come un bambino che ascolta il racconto del nonno attorno al camino. Anche se Giulio lo chiama “ragazzo”, Goffredo ha sessantacinque anni, ma proprio come un bambino pende dalle labbra di questo vecchio pittore, ascoltando la sua storia.
Entra ed esce silenziosamente da questa narrazione quasi ininterrotta di eventi Yvonne, la capoinfermiera della casa di riposo. Sono stati finora cinquantacinque di vita non facile per lei, segnati dalle cure di cui hanno avuto bisogno i suoi genitori. Lei trova conforto e forza scambiando e-mail con la sua amica Lotte, che vive un’esperienza simile, ma da quando si prende cura degli anziani artisti nella casa di riposo, la sua vita è migliorata ed è diventata più tranquilla. Ora la sua curiosità è stuzzicata dalla lettera portata da Goffredo: cosa ci sarà scritto al suo interno?
Giulio, Goffredo e Yvonne danzano all’interno di questa narrazione con movimenti fluidi, senza darsi fastidio l’uno con l’altro. I termini accurati, scelti dall’autore per raccontare la storia di questo pittore, rendono piacevolissima la lettura. Il racconto pieno di aneddoti di una vita vissuta nel corso del Novecento trasportano il lettore dalla Puglia a Roma, da New York a Parigi. Unica pecca che ho trovato è la partecipazione di Goffredo al racconto di Giulio. Il pittore fa dei lunghi monologhi e a volte Goffredo sembra quasi scomparire. Ogni tanto debolmente cerca di entrare nella narrazione, ma è come se non ci riuscisse. Ad ogni modo, si fa perdonare questa “pecca”, se vi va a considerare il modo concitato con cui Giulio racconta la sua vita. Inoltre, il pittore affianca molti episodi della sua vita, senza mai approfondire in maniera eccessiva. Forse, entrare maggiormente nel dettaglio durante la narrazione delle vicende, avrebbe arricchito l’intera storia.
I personaggi sono tutti ben caratterizzati, con un’introspezione psicologica che emerge piano piano durante lo svolgimento del racconto. La narrazione si sviluppa in un crescendo, fino ad arrivare ai capitoli finali, che devono essere letti tutti d’un fiato. Questo concitamento non è però invadente e la narrazione sembra quasi frenare questa voglia di scoprire cosa succede.
La trama del romanzo è innovativa. I personaggi sono “anziani”, con una vita alle spalle che è stata segnata da qualcosa. Pensare quale piega avrebbe potuto prendere la propria vita grazie ad una lettera, pone di fronte all’interrogativo: cosa sarebbe successo? E’ stato il destino, il caso?
Un romanzo emozionante, scritto con cura e dolcezza. La storia di una vita, vissuta e allo stesso tempo mancata, per colpa di una lettera. Una storia piena di amore, saggezza ed emozioni.
E se tutta la tua vita dipendesse da una lettera? Una lettera che non è mai stata recapitata, che avrebbe potuto cambiare il corso di una vita? Questo è quello che accade a Giulio che, ormai novantottenne, si vede recapitare da Goffredo, un funzionario delle poste, una lettera datata 1939. Mittente: Clara, il grande amore della sua vita.
È così che inizia questa delicata storia di una vita, raccontata da un uomo quasi centenario, che in un pomeriggio narra la sua esistenza ricca di esperienze. Giulio Matreschi è un pittore che si è ritirato in una casa di riposo per ex-artisti e l’incontro con Goffredo è l’ultima cosa che potrebbe aspettarsi. Giulio inizia a raccontare la sua storia ad un Goffredo sempre più attento e silenzioso, come un bambino che ascolta il racconto del nonno attorno al camino. Anche se Giulio lo chiama “ragazzo”, Goffredo ha sessantacinque anni, ma proprio come un bambino pende dalle labbra di questo vecchio pittore, ascoltando la sua storia.
Entra ed esce silenziosamente da questa narrazione quasi ininterrotta di eventi Yvonne, la capoinfermiera della casa di riposo. Sono stati finora cinquantacinque di vita non facile per lei, segnati dalle cure di cui hanno avuto bisogno i suoi genitori. Lei trova conforto e forza scambiando e-mail con la sua amica Lotte, che vive un’esperienza simile, ma da quando si prende cura degli anziani artisti nella casa di riposo, la sua vita è migliorata ed è diventata più tranquilla. Ora la sua curiosità è stuzzicata dalla lettera portata da Goffredo: cosa ci sarà scritto al suo interno?
Giulio, Goffredo e Yvonne danzano all’interno di questa narrazione con movimenti fluidi, senza darsi fastidio l’uno con l’altro. I termini accurati, scelti dall’autore per raccontare la storia di questo pittore, rendono piacevolissima la lettura. Il racconto pieno di aneddoti di una vita vissuta nel corso del Novecento trasportano il lettore dalla Puglia a Roma, da New York a Parigi. Unica pecca che ho trovato è la partecipazione di Goffredo al racconto di Giulio. Il pittore fa dei lunghi monologhi e a volte Goffredo sembra quasi scomparire. Ogni tanto debolmente cerca di entrare nella narrazione, ma è come se non ci riuscisse. Ad ogni modo, si fa perdonare questa “pecca”, se vi va a considerare il modo concitato con cui Giulio racconta la sua vita. Inoltre, il pittore affianca molti episodi della sua vita, senza mai approfondire in maniera eccessiva. Forse, entrare maggiormente nel dettaglio durante la narrazione delle vicende, avrebbe arricchito l’intera storia.
I personaggi sono tutti ben caratterizzati, con un’introspezione psicologica che emerge piano piano durante lo svolgimento del racconto. La narrazione si sviluppa in un crescendo, fino ad arrivare ai capitoli finali, che devono essere letti tutti d’un fiato. Questo concitamento non è però invadente e la narrazione sembra quasi frenare questa voglia di scoprire cosa succede.
La trama del romanzo è innovativa. I personaggi sono “anziani”, con una vita alle spalle che è stata segnata da qualcosa. Pensare quale piega avrebbe potuto prendere la propria vita grazie ad una lettera, pone di fronte all’interrogativo: cosa sarebbe successo? E’ stato il destino, il caso?
Un romanzo emozionante, scritto con cura e dolcezza. La storia di una vita, vissuta e allo stesso tempo mancata, per colpa di una lettera. Una storia piena di amore, saggezza ed emozioni.
Voto: 3,5/5
«Siamo
tutti equilibristi in bilico sulla fune delle nostre esistenze. Cerchiamo di rimanere in piedi nonostante
il precario equilibrio della vita»
Questa frase che vi ho riportato è quella che più mi ha colpito di tutto il romanzo, poetica e romantica, è la sintesi dell'intera storia, ma se ci pensiamo può essere fonte di grandi riflessioni.
Buone letture!
Stay Tuned! :)
Stay Tuned! :)
1 commento:
bella recensione anche se la trama non mi intriga più di tanto
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