giovedì 12 gennaio 2012

Recensione: Il bambino con il pigiama a righe

Doverosa pausa dopo una mattinata passata a studiare matematica finanziaria :) E' tempo di recensioni, oggi per voi "Il bambino con il pigiama a righe" di John Boyne.

Il bambino con il pigiama a righe
John Boyne
Titolo originale: The Boy in the Striped Pyjamas
Pagine: 213
Casa Editrice: BUR
Prezzo: € 10,00

Trama:
Bruno è un bambino di nove anni, figlio di un comandante delle SS, completamente all'oscuro della realtà della guerra e di quanto avviene nella Germania nazista. Trasferitosi da Berlino, un giorno incontra un bambino ebreo, Shmuel, chiuso in un luogo circondato da un recinto. Nonostante ci sia una rete a dividerli, giorno dopo giorno tra i due bambini cresce un'amicizia segreta sempre più forte.

Autore:
Boyne è un autore irlandese che ha scritto sette romanzi ed un certo numero di racconti che sono stati pubblicati in varie antologie o trasmesse alla radio o in televisione. Il suo romanzo "Il bambino con il pigiama a righe" è stato al primo posto nella New York Times Best Seller List ed ha venduto più di 5 milioni di copie in tutto il mondo, e da esso è stato tratto un omonimo film nel 2008.

Recensione
La storia narrata è sicuramente emozionante, a partire dall'ambientazione. Siamo durante la seconda guerra mondiale e il protagonista di questo romanzo è Bruno, un bambino di nove anni che vive a Berlino con la sua famiglia. Come tutti i bambini di quest'età è caratterizzato dalla curiosità e dalle scoperte, per questo si perde nei mondi che sono narrati nei libri di avventura.
Tutto cambia quando devono trasferirsi e Bruno deve abbandonare i suoi amici e gli adorati nonni, per andare in un posto il cui nome non sa neanche pronunciare. Questo perchè il Furio, come lo chiama Bruno, ha ordinato al suo papà di fare così. La curiosità di Bruno però non diminuisce e così, esplorando vicino alla casa incontra un bambino, Shmuel, che indossa un pigiama a righe e vive nella "fattoria" dietro la rete.

Una scena tratta dall'omonimo film (2008)

La storia è raccontata con un linguaggio semplice, come se fosse Bruno a narrarci quello che sta succedendo. Non sa pronunciare bene alcuni nomi, come il Furio o il posto in cui abita, che chiama Auscit, ma per il lettore è tutto chiaro. La vita di Bruno viene stravolta quando deve abbandonare Berlino e la nuova abitazione non può considerarla "casa".
Boyne ci mostra, durante i dialoghi tra Bruno e Shmuel, l'ingenuità del bambino tedesco rispetto alla realtà che il mondo sta affrontando. Ma ad ogni modo, riesce a far passare i lunghi pomeriggi, parlando con questo strano bambino.
Sicuramente la storia di Bruno e Shmuel tocca i cuori, in particolar modo nella parte finale. Mi sono emozionata molto, ma purtroppo, ci sono delle incongruenze storiche. E' meglio quindi leggere questo romanzo solo come una storia, passando oltre quelle cose che l'autore ha inventato e/o storpiato.

Ad esempio, Bruno non riesce a capire cosa significhi quella parola che ripete la sorella e che ha già sentito altre volte (per la cronaca, così potete seguire meglio il discorso, la parola in questione è "ebreo"). Questo è un errore. Nel periodo nazista, i libri scolastici furono riscritti e ristampati proprio per insegnare ai bambini la differenza tra la razza ariana e gli ebrei. Bruno, avendo nove anni, deve aver per forza studiato queste cose, non può quindi, non sapere cosa significhi "ebreo".
Un altro punto da correggere è l'abitazione di Bruno, una volta che si trasferisce da Berlino. Nel libro, il bambino dice di riuscire a vedere dalla finestra, in lontananza, quella che lui chiama "la fattoria". Nella realtà, non esistevano delle abitazioni per la famiglia degli ufficiali nelle vicinanze di Birkenau (il campo Auschwitz II), ma solamente ad Auschwitz I si trovava l'abitazione (se non sbaglio) del sovraintendente al capo con la sua famiglia.
Da ultimo, vorrei far notare, che tutta la vicenda non avrebbe potuto aver luogo. I bambini, infatti, erano purtroppo i primi che venivano uccisi. Nel libro Shmuel dice che abita nel campo da più un anno, cosa che nella realtà non sarebbe stato possibile.

Queste mie osservazioni, non vogliono di certo sminuire il libro, che ho trovato veramente emozionante e al contempo ben scritto. E' una bella storia, che ci mostra un'amicizia fuori dal comune, una storia che dà speranza.

Voto: 4/5

Nota: Ho visto anche il film che è stato tratto dal libro, devo dire che rispecchia la storia ed è stato girato molto bene. Merita.

In questa puntata di Teaser Tuesday, potete leggere un teaser del libro.

Alla prossima!

3 commenti:

Luigi87 ha detto...

le tue recensione non sono mai banali, così come i libri che leggi..questo è un libro che merita

Seli Rowan ha detto...

Era da un po' che attendevo questa recensione, sopratutto perché il libro è sullo scaffale che mi attende, ma ogni volta che penso di leggerlo qualcosa mi blocca.. ho visto il film, disgraziatamente.. forse per questo non mi decido mai a leggerlo. In ogni caso mi è piaciuta la tua recensione, e hai fatto bene a far notare questi piccoli errori, che comunque come dicevi non sminuiscono l'emozione di una storia simile ^^

Olivia ha detto...

Grazie Luigi :)

@Rowan, io ti consiglio comunque di leggerlo :) Anch'io avevo già visto il film, circa un annetto fa, ma questo non toglie il piacere della lettura di questo libro.