mercoledì 3 ottobre 2012

Recensione: Trainspotting

Trainspotting
Irvine Welsh
Titolo originale: Trainspotting
Pagine: 361
Casa editrice: Guanda
Prezzo: € 12,50

Trama
Un pugno di ragazzi a Edimburgo e dintorni: il sesso, lo sballo, la rabbia, il vuoto delle giornate. Sono i dannati di un modernissimo inferno "chimico", con la loro vita sfilacciata e senza scampo. Alla ricerca di un riscatto, di un senso da dare alla propria esistenza - che non sia il vicolo cieco fatto di casa, famiglia e impiego ordinario - trovano nella droga e nella violenza l'unica risposta possibile. 

Autore
Irvine Welsh,è nato a Edimburgo nel 1961. Figlio di una cameriera e di un commerciante di tappeti risiede a Londra, dopo aver vissuto e lavorato a Edimburgo e ad Amsterdam. Ha abbandonato, giovanissimo, gli studi e prima di dedicarsi alla scrittura ha fatto mille lavori, rimane invischiato nell'esperienza della tossicodipendenza. Negli anni 70 è a Londra dove si dedica alle droghe e alla musica (e al modo di vivere) punk. Intraprende un viaggio attraverso gli Stati Uniti e lì comincia a collezionare appunti di viaggio. Tornato in Scozia alla fine degli anni 80, ha lavorato all'Edinburgh Council, ha completato gli studi alla Herriot-Watt University e si è dedicato alla scrittura.
I suoi libri: "Trainspotting" 1993, "Ecstasy", "Acid House" composto da 21 racconti, "l lercio" e "Tolleranza Zero", "Porno", "Colla" sono tutti pubblicati da Guanda.
Da "Trainspotting" e da un racconto di "Acid House" sono stati tratti i film omonimi, il primo di Danny Boyle e il secondo di Paul McGuigan.

Recensione
Ci ho messo un po' a scrivere questa recensione. Bisogna avere l'ispirazione e avere un'opinione chiara del libro che si è letto. Bene, con "Trainspotting" non è così, perché sto ancora cercando di capire se il libro mi sia piaciuto o meno. Cerco di spiegarmi meglio.
Il romanzo ha come protagonisti un gruppo di ragazzi di Edimburgo. Ragazzi sbandati con problemi di droga, di alcolismo, comportamentali. La narrazione è frammentaria poiché ogni capitolo è narrato in prima persona da un personaggio diverso. E' quindi difficile capire chi stia narrando le vicende. Per buona parte del libro, più che un romanzo sembra una raccolta di racconti brevi, solo oltre la metà si riescono a capire i legami di parentela tra alcuni personaggi e come gli altri si configurano nello svolgersi complessivo delle vicende.
Non è che che ci sia una trama da raccontare o da seguire. Ognuno di questi personaggi esce e rientra nel tunnel della droga. Quando stanno per ritrovare la giusta via, all'improvviso deviano, tornando nel tunnel che li ha tenuti prigionieri fino a poco prima.
La narrazione è quasi totalmente in prima persona a parte pochi capitoli in cui l'autore narra in terza persona. Questo accade quando all'interno del capitolo devono essere raccontate vicende che riguardano più di un personaggio o che, in ogni caso, raccontandole in prima persona perderebbero molte delle sfumature che si vogliono sottolineare.
Il linguaggio è molto forte, se riuscite a superare il secondo capitolo, leggerete "tranquillamente" anche tutto il resto del libro. A tratti il linguaggio usato diventa irritante perché non si capisce bene il bisogno di continuare a usare turpiloqui. I personaggi sono descritti sommariamente dal punto di vista fisico. Ci si sofferma sul loro comportamento e il loro stato d'animo.
Devo dire sinceramente che, ad un certo punto della lettura, avevo quasi pensato di abbandonare il libro (cosa che non faccio MAI). Non riuscivo a trovare un filo conduttore nella trama che mi spingesse ad andare avanti a leggerlo. Il fatto che venga narrato un susseguirsi di eventi uno dietro l'altro, senza una base su cui appoggiarsi non mi ha fatto impazzire.
Sarà per questo motivo che la lettura di "Trainspotting" mi ha un po' delusa. Tra l'altro, sono andata a leggere la trama del film che ne è stato tratto e ho trovato subito delle differenze con il libro. Da quanto mi è sembrato, hanno cercato di dare un filo logico a quello che accade nel libro, creando una trama. Comunque, visto che il libro non mi ha entusiasmato, penso che non guarderò il film, solo se dovesse capitare.
Morale della favola: consiglio questo libro? Probabilmente se avete già letto qualcosa di Welsh (anche se "Trainspotting" è il suo primo romanzo). Per alcuni è un romanzo cult, a me non ha particolarmente entusiasmato.
De gustibus.
Voto: 3/5

Se l'avete letto, cosa ne pensate? :)
Alla prossima!

2 commenti:

Elisa ha detto...

Anche per me è stato difficile decidere se Trainspotting mi sia piaciuto oppure no. Ma forse è l'intento stesso di Welsh. Questo libro non può piacere secondo me, perché è un pugno nello stomaco per quello che racconta e per come lo fa (linguaggio davvero tanto diretto).
Ma a me aveva anche fatto riflettere parecchio.. forse perché non c'è un modo diverso per poter parlare di queste cose. La confusione nei capitolo, la violenza, il linguaggio fanno parte della vita di questi ragazzi (e forse di chiunque si trovi davvero dentro a questo baratro).
E' una lettura che a mio avviso va comunque fatta.

Olivia ha detto...

Concordo con te, Elisa. Fa riflettere molto forse proprio a causa dello stile narrativo che Welsh utilizza. E probabilmente uno dei motivi per cui non mi è piaciuto è il fatto di non riuscire a comprendere a fondo le azioni dei personaggi.
Grazie per aver lasciato il tuo parere sul libro :)